Migliorare l’aspetto del seno, restituendo il volume perduto dopo una gravidanza, correggere una asimmetria, ridisegnando l’immagine che vediamo quotidianamente riflessa nello specchio: la mastoplastica additiva è senza dubbio uno degli interventi più richiesti dalle donne.
A dirlo sono i numeri, ogni anno in Italia sono circa 35mila le pazienti che si sottopongono a questo intervento. Seguire le forme naturali e valorizzarle, questa è la regola d’oro che la chirurga estetica ha fatto propria. Ogni operazione è legata a fattori del tutto personali, ma tracciare delle linee generali è sicuramente utile a quante muovono i primi passi verso il cambiamento.
L’intervento chirurgico di mastoplastica additiva viene eseguito per il 95% dei casi in day hospital e, affidandosi a un chirurgo esperto, non dura più di un’ora. Passando dal solco sottomammario oppure dalla incisione periareolare, nel seno vengono inserite delle protesi di ultimissima generazione. Le più affidabili e famose sono sicuramente le Mentor, sebbene siano in commercio anche altre valide alternative come le Motiva o le Allergan. Le più attente avranno senza dubbio raccolto informazioni sul luogo più adatto all’impianto, quello che meglio consente di ottenere un aspetto del tutto naturale.
Le protesi sono spesso sistemate in un’area parzialmente sottomuscolare e in parte sottoghiandolare. Questo vuol dire che nella parte alta, il muscolo del pettorale copre il bordo della protesi, mascherando così lo scalino che a volte si potrebbe vedere a causa dell’impianto della protesi stessa. Ma anche in questo caso, non esistono regole assolute, ma possibilità diverse tra cui scegliere, sotto l’attenta guida dello specialista. Parlando di post operatorio? Non c’è nulla da temere. La paziente dovrà solo restare un paio di giorni a riposo per poi gradualmente riprendere in mano una vita attiva socialmente e professionalmente.